Maria Vergine Regina dell’universo

Dal Libro del profeta IsaiaPoiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno delle sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

Al mistero della beata Vergine Maria appartiene la dignità regale della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione al Figlio suo, Re di tutti i secoli: «L’Immacolata Vergine (…) – afferma il Concilio Vaticano II -, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria con il suo corpo e con la sua anima, ed esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti (cfr Ap 19,16) e il Vincitore del peccato e della morte» (LG 59). Come il regno di Cristo «non e di questo mondo» (Gv 18,36), così la potestà regale di Maria non riguarda l’ordine della natura, ma quello della grazia. La Chiesa invoca giustamente l’intercessione della beata Vergine, perché i fedeli conseguano «la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cieli».

L’aiuto di Dio e la nostra collaborazione
Un uomo di preghiera era in viaggio con uno dei suoi discepoli. Il discepolo doveva occuparsi del cammello. Arrivarono di notte, stanchi, ad un caravanserraglio. Era compito del discepolo legare il cammello, ma egli non se ne preoccupò e lasciò il cammello all’aperto. Si limitò a pregare Dio: “Occupati tu del cammello”, e si addormentò.
Al mattino, il cammello non c’era più. O era stato rubato, o si era perso, qualcosa doveva pur essere successa. L’uomo chiese al giovane: “Dov’è il cammello?”. E il discepolo rispose: “Non lo so. Chiedilo a Dio. Ho detto al Signore di prendersi cura del cammello, io ero troppo stanco, non so che cosa sia successo. E non ne sono nemmeno responsabile perché l’ho detto a Dio, e in modo molto chiaro! E tu insegni sempre a fidarsi di Dio ed io mi sono fidato”.
L’uomo disse al giovane: “Fidati di Dio sempre, ma prima lega il tuo cammello, perché Dio non ha altre mani che le tue”.

O Padre, che ci hai dato
come nostra madre e regina la Vergine Maria,
dalla quale nacque il Cristo, tuo Figlio,
per sua intercessione
donaci la gloria promessa ai tuoi figli
nel regno dei cieli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Santa Maria di Cana

Dal Vangelo di Giovanni In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare» ; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. (Gv 2,1-11)

A Cana la beata Vergine Maria, nei giorni della sua vita terrena, compì la funzione benefica in favore degli sposi e dei discepoli che ora dalla gloria dei cieli compie in favore di tutta la Chiesa: sollecita del bene dell’umanità, prega il Figlio perché ci sovvenga nelle nostre necessità (Prefazio) e ci invita a mettere «in pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo». Secondo il senso della liturgia, si deve sottolineare che la Madre di Gesù, la quale intervenne al banchetto nuziale di Cana, è presente, nella Chiesa, al convito nuziale dell’Eucaristia. Perciò la comunità dei fedeli ogni giorno celebra il sacrificio eucaristico in comunione innanzi tutto con la gloriosa Vergine Maria.

La consapevolezza
C’era una volta un povero frate. Tutto il santo giorno lavorava e pregava come i suoi confratelli e si sentiva l’animo in pace. Ma quando veniva l’ora di coricarsi, lo assalivano terribili visioni, demoni lussuriosi che lo tentavano con promesse e minacce.
Il povero frate cercava di allontanare le visioni, si flagellava, pregava, si prostrava davanti al Crocefisso, ma a nulla valevano le sue pratiche: le visioni continuavano a tormentarlo. Si rivolse al superiore che gli consigliò di recitare 20 Ave Maria e chiedere protezione alla Madonna. Così fece, ma le visioni restavano. Allora andò dalla Madonna, c’era una bella statua nella chiesa del convento. La Madonna, sorridente ma triste, gli consigliò di recitare 200 Pater noster e chiedere la protezione del Signore.
Di nuovo, il povero fraticello seguì il santo consiglio, ma le visioni restarono a tentarlo. Disperato, il fraticello corse ad inginocchiarsi davanti al Crocefisso, e rimirando le sacre ferite, si appellò al Cristo per avere protezione dalle tentazioni. Cristo lo rimirò a lungo e alla fine parlò: “Se proprio ci tieni, io posso allontanare le malefiche visioni e le tentazioni, ma se lo faccio la tua anima non si rafforzerà mai. Sei proprio sicuro di volerlo? Allora dimmi, replicò il frate, come posso resistere e rafforzare la mia anima? Non combatterle, non temerle, lascia che si pascino del tuo corpo senza muoverti o parlare. Se riuscirai a resistere per tre notti di seguito, la tua anima sarà salva e le visioni spariranno. Così fece il povero frate, e dopo tre notti tremende di tormenti le visioni scomparvero e la sua anima trovò pace.

O Padre, che nella tua provvidenza mirabile
hai voluto associare la Vergine Maria
al mistero della nostra salvezza,
fa’ che, accogliendo l’invito della Madre,
mettiamo in pratica
ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine Regina dell’universo

Dal Libro del profeta IsaiaPoiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno delle sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

Al mistero della beata Vergine Maria appartiene la dignità regale della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione al Figlio suo, Re di tutti i secoli: «L’Immacolata Vergine (…) – afferma il Concilio Vaticano II -, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria con il suo corpo e con la sua anima, ed esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti (cfr Ap 19,16) e il Vincitore del peccato e della morte» (LG 59). Come il regno di Cristo «non e di questo mondo» (Gv 18,36), così la potestà regale di Maria non riguarda l’ordine della natura, ma quello della grazia. La Chiesa invoca giustamente l’intercessione della beata Vergine, perché i fedeli conseguano «la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cieli».

L’aiuto di Dio e la nostra collaborazione
Un uomo di preghiera era in viaggio con uno dei suoi discepoli. Il discepolo doveva occuparsi del cammello. Arrivarono di notte, stanchi, ad un caravanserraglio. Era compito del discepolo legare il cammello, ma egli non se ne preoccupò e lasciò il cammello all’aperto. Si limitò a pregare Dio: “Occupati tu del cammello”, e si addormentò.
Al mattino, il cammello non c’era più. O era stato rubato, o si era perso, qualcosa doveva pur essere successa. L’uomo chiese al giovane: “Dov’è il cammello?”. E il discepolo rispose: “Non lo so. Chiedilo a Dio. Ho detto al Signore di prendersi cura del cammello, io ero troppo stanco, non so che cosa sia successo. E non ne sono nemmeno responsabile perché l’ho detto a Dio, e in modo molto chiaro! E tu insegni sempre a fidarsi di Dio ed io mi sono fidato”.
L’uomo disse al giovane: “Fidati di Dio sempre, ma prima lega il tuo cammello, perché Dio non ha altre mani che le tue”.

O Padre, che ci hai dato
come nostra madre e regina la Vergine Maria,
dalla quale nacque il Cristo, tuo Figlio,
per sua intercessione
donaci la gloria promessa ai tuoi figli
nel regno dei cieli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine Madre e mediatrice di grazia

«La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce l’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Poiché ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da vera necessità, ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita». La beata Vergine madre e mediatrice di grazia, poiché il Padre, «nel mirabile disegno del suo amore», l’ha costituita madre e collaboratrice del Redentore. La Vergine Maria e madre di grazia, poiché ha portato nel suo «grembo purissimo (…). Cristo vero Dio e vero uomo» e ci ha donato lo stesso «Autore della grazia». La Vergine Maria è mediatrice di grazia, poiché e stata socia di Cristo nel procurarci la grazia più grande, la redenzione cioè e la salvezza, la vita divina e la gloria che non ha fine (cfr LG 61). Nel formulario la «mediazione» della beata Vergine viene giustamente interpretata come «provvidenza d’amore»: «di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace».

Il valore della preghiera
“Dei pescatori pescarono una bottiglia dall’abisso. Dentro c’era una carta e sulla carta queste parole: “Aiuto, salvatemi! L’oceano mi ha gettato su un’isola disabitata. Sto sulla costa e aspetto aiuto. Fate in fretta. Sono Qui!”
Il primo pescatore disse: “Manca la data. Certo ormai è troppo tardi. La bottiglia può aver viaggiato in mare a lungo”. E il secondo aggiunse: “Il luogo non è indicato. Persino l’oceano non si sa quale sia”. Ma il terzo replicò: “Non è troppo tardi, né troppo lontano. L’isola Qui è ovunque”. L’atmosfera si fece imbarazzata. Cadde il silenzio. Questa è Proprio una delle verità universali”.

O Dio, che nel mirabile disegno del tuo amore
hai voluto che Maria desse alla luce
l’Autore della grazia
e fosse in modo singolare associata
all’opera della redenzione,
per la potenza delle sue preghiere,
donaci l’abbondanza delle tue grazie
e guidaci al porto della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine fonte di salvezza

Dal libro del profeta Ezechièle In quei giorni, l’angelo mi condusse in visione all’ingresso del tempio del Signore e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orien­tale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. (Ez 47,1-2.8-9.12)

La beata Vergine apparve nel 1854 a santa Maria Bernardetta Soubirous e fece sgorgare una sorgente d’acqua. Con questo titolo mariano vengono celebrate: – la maternità divina della beata Vergine, poiché per mezzo di lei il Signore Dio, ci ha donato una «fonte di vita»; Maria «generò dal grembo verginale il Verbo fatto uomo, Gesù Cristo, fonte d’acqua viva». Egli è in realtà il vero tempio di Dio (cfr Gv 2, 21), dal quale scaturiscono le acque di salvezza che risanano tutto ciò che bagnano (cfr. Ez 47,1-2.8-9.12); egli invita gli assetati a venire a lui e a bere (cfr Gv 7,37), invita cioè coloro che credono in lui a ricevere il dono dello Spirito Santo (cfr Gv 7,39); egli è la roccia (cfr 1Cor 10, 4) colpita dalla lancia da cui «subito uscì sangue e acqua» (Gv 19, 25-37); – la maternità spirituale della santa Chiesa: essa che è provvida madre, estingue la sete dei fedeli, offrendo loro «le acque pure e salutari che sgorgano dal costato del Redentore» che essa «offre a tutti gli uomini con i sacramenti», soprattutto nel banchetto eucaristico. In questo sacramento i fedeli attingono con gioia «alle sorgenti del Salvatore» (cfr Is 12,3) e «i santi misteri» diventano per loro «fontana d’acqua viva che zampilla fino alla vita eterna»; – l’effusione dello Spirito Santo, che nella Scrittura viene spesso indicata con l’immagine dell’effusione delle acque. La fonte da cui sgorga l’acqua è Cristo stesso, «attingendo costantemente a questa fonte di vita possiamo ottenere i frutti abbondanti del tuo Spirito», e per i sacramenti da lui istituiti, gli uomini, sono colmati dello Spirito.

Padre e figlio
C’era una volta un padre che era continuamente disturbato nel lavoro dal proprio bambino. Per salvarsi, prese dal vecchio atlante un foglio dove c’era tutto il mondo con gli stati e le città, lo fece in piccoli pezzi che consegnò al figlioletto perché li rimettesse a posto.
“Ci metterà molto tempo”, pensò. Ma dopo poco tempo, il piccolo tornò con il mondo messo insieme perfettamente!
“Come hai fatto così in fretta?” “Semplice, papà: sul rovescio era disegnato un uomo, ho messo in ordine prima quello e il mondo è andato a posto da sé”.

Guarda con bontà, o Padre,
il popolo cristiano,
che celebra le glorie di Maria sempre Vergine,
dal cui grembo è scaturita la salvezza del mondo;
fa’ che, attingendo costantemente a questa fonte di vita,
possiamo ottenere i frutti abbondanti del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine Serva del Signore

Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». [...] Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (1,26-38).

Nel vangelo secondo Luca, per due volte la beata Vergine si professa: «la serva del Signore»: quando acconsente all’annunzio dell’angelo (cfr Lc 1,38) e quando magnifica Dio per «le grandi cose (cfr Lc 1, 49) che in lei ha operato. Il titolo di «serva del Signore» rivela il suo pieno significato e l’intrinseca portata alla luce dei canti del «Servo del Signore» (cfr Is 42,1-7; 49,1-9; 50,1-11; 52,1-53,12); la misteriosa figura biblica che trova il suo compimento in Cristo Gesù «venuto non per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mt 10,45). Dio ha costituito la beata Vergine, umile sua serva, madre di Cristo, a lui intimamente associata: Maria, «figlia di Adamo – come insegna il Concilio Vaticano II -acconsentendo alla parola divina, è diventata Madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo e senza essere appesantita da alcun peccato, la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente come serva del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente» (LG 56). Perciò la Madonna, umile serva del Signore, è salutata come «ministra di pietà e di grazia», interamente consacrata al servizio di Dio e all’opera del Figlio per la salvezza degli uomini. Servire secondo l’insegnamento del Vangelo, è regnare. Maria, umile ancella, è elevata alla dignità regale: poiché «molto ha servito il Cristo», Dio Padre l’ha molto onorata e poiché aderì pienamente al suo volere, Dio stesso l’ha esaltata come «regina gloriosa accanto al trono del (suo) Figlio».

La luna nel pozzo
Un monaco aveva a lungo studiato e meditato per raggiungere il nirvana. Ma senza successo. Convinto di aver fallito il suo scopo, una notte si recò al pozzo per attingere l’acqua con un vecchio secchio di legno.
Tornando indietro, si accorse che l’immagine della luna si rifletteva nell’acqua del secchio. Si fermò ad ammirarla come in uno specchio. All’improvviso il manico si spezzò, il secchio cadde a terra e l’acqua si disperse, e, con essa, scomparve l’immagine della luna. Non più acqua, non più luna … il monaco ebbe un’intuizione della verità”. Spesso pensiamo che i nostri sforzi non ci portino da nessuna parte, che l’obbiettivo del nostro cercare non si raggiunga mai e sperimentiamo, come il monaco, un senso di fallimento. Questo è il risultato della tensione continua verso un obbiettivo e di un eccessivo attaccamento ai frutti delle nostre azioni. Quando però smettiamo di cercare e viviamo pienamente il presente, ecco che veniamo “cercati” e si apre a noi la vera natura della realtà: scompare la luna, l’acqua, il secchio, e con essi anche l’immagine distorta che avevamo di noi stessi, ed in un istante luminoso ci appare la verità. Lo studio e la meditazione ci preparano a questo incontro con la grazia di Dio.

Padre santo,
che nel misericordioso disegno della redenzione
hai scelto la Vergine Maria, umile tua serva,
come madre e cooperatrice del Cristo,
fa’ che volgendo a lei il nostro sguardo,
ti serviamo con totale dedizione
e ci impegniamo instancabilmente
alla salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Santa Maria Madre del Signore

Dal Vangelo di San LucaIn quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”

Tra i titoli con i quali nel Vangelo viene chiamata la beata Vergine, è eminente il titolo di «Madre del Signore», con il quale Elisabetta, la madre del Precursore, piena di Spirito Santo (cfr Lc 1,41), la salutò: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1, 42). Con questo titolo si rende gloria al Padre per la divina maternità di cui «nella (sua) sapienza di amore» per opera dello Spirito Santo ha fatto dono alla beata Vergine: verso il suo Figlio – «grandi cose hai fatto in Maria Madre del Cristo tuo Figlio», – e verso il suo popolo – «le hai affidato un compito materno nella Chiesa».

Tre uomini ed un santo
Una notte un grande santo giaceva prono a terra con le braccia in avanti e le mani giunte, immerso in profonda meditazione, come se dormisse.
Allorché un ladro si avvicinò e si chiese “Chi è quel tale sdraiato a terra?”. Osservandolo da vicino, subito arrivò alla sua conclusione: “Deve essere un ladro. Deve aver rubato qualche casa nel vicinato e deve aver corso per tutta la strada fino a qui. Ora dorme preso da una forte stanchezza. La polizia potrebbe arrivare da un momento all’altro, è meglio che mi allontani per non farmi trovare vicino a lui!”. E così si allontano di fretta.
Dopo un po’, un altro uomo si avvicinò barcollante per aver bevuto un po’ troppo. Appena vide il santo, disse: “Bene, bene, bene! Chi è questo gentiluomo che sta campeggiando qui in mezzo alla strada nel cuore della notte?”
“Eh mio caro! devi aver alzato un po’ troppo il gomito per essere caduto in questo fosso…”
“Eh eh eh! Posso camminare stabilmente molto meglio di quello che sai fare tu… sic… e non andrò a fare un capitombolo come te… ciao ciao!”. E così anche l’ubriaco si allontanò.
Subito dopo, un saggio passò per quella via e immediatamente si avvicinò all’uomo sdraiato per vedere se avesse bisogno di aiuto. Osservandolo da vicino si rese conto che il viso dell’uomo era assolutamente sereno e che le sue mani erano giunte come in preghiera. “Dev’essere un grande santo assorto in meditazione!”, subito pensò.
Così il saggio cominciò a massaggiare con delicatezza le gambe del santo, dicendo fra sé e sé: “Tu giaci su una strada polverosa, ma il tuo cuore è così pieno di gioia e amore per Dio… tu sei un vero santo!”.

Guarda, Signore, il tuo popolo,
riunito nella memoria della beata Vergine Maria;
fa’ che per sua intercessione
partecipi alla pienezza della tua grazia.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Madre Addolorata

Dal vangelo secondo GiovanniIn quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Con questo titolo mariano molto diffuso tra il popolo cristiano, la chiesa contempla i sette momenti o dolori della Beata Vergine Maria, messi in rilievo dai Vangeli. Si tratta di una vera e propria “via della Madre” alla sofferenza redentrice. La compartecipazione dolorosa della Madre del Salvatore alla sua opera di salvezza (Lc 2,33-35) è testimoniata nell’ora della croce da Giovanni che l’ha ricevuta in Madre (Gv 19,25.27). Attualmente, questa memoria dei dolori di Maria si concentra meglio su lei, la Addolorata, e sul sacrificio di Cristo, che lei stessa offre con lui al Padre. E il gesto in cui la ritrae l’arte raffigurandola nella «Pietà», espressione dei «martirio» intimo della Madre del Crocifisso. La memoria liturgica come è noto ricorre ogni anno il 15 settembre, il giorno successivo alla Festa dell’Esaltazione della Croce.

Il pettegolezzo
«Un giorno, un uomo andò a trovare Socrate il grande filosofo e pedagogo greco e gli disse: “Socrate, devo raccontarti una cosa su un tuo giovane allievo. Vedi, il fatto è che lui…”Ma il grande filosofo interruppe il pettegolo: “Non continuare, prima vorrei farti tre semplici domande su quello che hai da dirmi”. “Tre domande? Quali domande, Socrate?”.
“La prima domanda si chiama verità. Puoi giurare che quello che vuoi raccontarmi è l’assoluta verità?”.
“No, ma ne parlavano al mercato, e pensavo che tu…”
“Quindi tu personalmente non sai se ciò che vuoi dirmi è vero.
La seconda domanda si chiama bontà. Quello che vorresti dirmi è buono?”. “Veramente no, perché sembra che quel tipo… “
“Quindi vorresti dirmi qualcosa di cattivo, anche se non sei sicuro che sia vero?”. “Io credevo che…”.
“Resta la terza domanda, l’utilità. Mi sarà utile sapere ciò che vorresti dirmi?”. “Non saprei…”.
“Allora perché vorresti riferirmi una cosa che ha almeno il 50% di probabilità di essere falsa, cattiva e inutile?”.
Sentendo questo, il pettegolo si vergognò di se stesso e se ne andò con la coda tra le gambe».

O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce,
hai voluto presente la sua Madre Addolorata:
fa’ che la santa Chiesa,
associata con lei alla passione del Cristo,
partecipi alla gloria della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine salute degli Infermi

Dal Libro del profeta IsaiaNon ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reiètto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

Tra gli appellativi con cui i fedeli travagliati da qualche male venerano la beata Vergine Maria, spicca quello di «salute degli infermi». Nella liturgia della parola relativa a tale celebrazione si legge il Cantico di Isaia sul «Servo di Jahvé» (Is 53,1-5. 7-10) che «si e caricato delle nostre sofferenze, si e addossato i nostri dolori» (v. 4) e che «per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (v. 5). La comunità dei fedeli risponde benedicendo Dio che «guarisce tutte le malattie». Ricorrere alla intercessione della beata Vergine «salute degli infermi» per riavere la salute, e fare memoria anche di un momento peculiare della storia della salvezza, che avrà il suo pieno compimento allorché, al ritorno glorioso di Cristo, sarà «annientato l’ultimo nemico, la morte» (1Cor 15,26), e i corpi dei giusti risorgeranno incorruttibili.

La tranquillità
«Un economo era impiegato in un palazzo, in India. Morì ed il figlio, molto giovane, dovette subentrare al suo lavoro. Era un giovane intelligente, ben istruito, attratto dalla vita spirituale. Aveva studiato la lingua del proprio paese. Si era ben preparato per la ricerca spirituale.
Pur obbligato a lavorare nel palazzo, trascorreva alcune ore ogni giorno al tempio, vi pregava e, quindi, ritornava nella dimora. Erano nate, nei suoi riguardi, delle difficoltà nel palazzo perché la regina si era innamorata di lui. Egli non cercava attaccamenti di quel genere; ciò lo turbava e costituiva la ragione per la quale egli trascorreva lunghe ore nel tempio.
Un giorno, scorse, nell’angolo del tempio un uomo assorbito nella meditazione. Era la prima volta che notava quella persona. Si sentì pieno di curiosità, mentre, tra l’altro, provava un forte desiderio di ricevere un consiglio spirituale. Si sedette, di conseguenza, davanti a quello. Le ore trascorsero: mezzanotte, l’una, le due, le tre. Dopo circa quattro ore, il santo aprì gli occhi. Vide un giovane seduto davanti a lui, e se ne stupì: “Figlio mio, perché ti trovi qui? – gli domandò. “Signore, vorrei ricevere un vostro consiglio spirituale. “Resta tranquillo” – fu la sola risposta».

Concedi ai tuoi fedeli,
Signore Dio nostro,
di godere sempre la salute del corpo e dello spirito
e per la gloriosa intercessione
di Maria santissima, sempre vergine,
salvaci dai mali che ora ci rattristano
e guidaci alla gioia senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Santa Maria porta del cielo

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 

Maria, per la sua maternità, è «porta del cielo»; da lei venne il Salvatore del mondo; è la «splendida porta del cielo ”, attraverso la quale «rifulge a noi Cristo, luce del mondo»; «Vergine Madre», è diventata per noi «porta del paradiso»; mentre ridona «Dio al mondo», ci riapre il cielo.

La ricerca
A Bagdad c’era un uomo molto povero. Viveva di stenti, nella miseria più nera, e non faceva che lamentarsi della sua condizione.
«Signore, aiutami! Dimmi cosa fare! Sai che sono un tuo servo fedele, soltanto un po’ sfortunato. Ho lavorato sodo, ma non sono mai riuscito a guadagnare abbastanza. E ora sto morendo di fame. Ti prego, non mi abbandonare!» La stessa notte, l’uomo fece un sogno. Una voce sconosciuta gli diceva: «Va’ in Egitto, non perdere tempo. Nel luogo tal dei tali c’è un tesoro nascosto. Potrai risolvere tutti i tuoi problemi». Il poveruomo si svegliò, eccitato. Senza esitare, partì subito per l’Egitto. «Sono certo che la voce non mente. Il tesoro esiste, e lo prenderò». Ma, al confine, fu fermato dai poliziotti egiziani, che lo perquisirono minuziosamente. Stavano cercando un ladro e pensavano si trattasse dell’uomo di Bagdad.
Nonostante le sue ripetute rimostranze, i poliziotti lo trattennero.
«Potresti essere la persona che cerchiamo. Dovrai restare a disposizione finché non arriverà il derubato. Se non ti denuncerà come suo assalitore, sarai immediatamente rilasciato». L’uomo di Bagdad fremeva, temendo di perdere il tesoro. Poiché la vittima tardava ad arrivare, le guardie cominciarono a interrogarlo. «Ammettiamo pure che non sei il ladro. Perché sei venuto in Egitto? E qual è il tuo alibi, se ne hai uno?». «Voglio dirvi tutto» rispose l’uomo di Bagdad «tanto so che non mi crederete. D’altra parte, perché mentire? La verità è sempre la cosa migliore. Sono qui perché ho sognato che avrei trovato un tesoro!».«Sì, un tesoro! Sei capitato in un bel guaio, invece. Ma che vuoi dire? Sei venuto in Egitto solo perché vi hai sognato un tesoro?». «Proprio così. Mi sono fidato di una voce sconosciuta che me lo ha sussurrato in sogno. Che ne pensate?». «Che sei un credulone! Fidarsi dei sogni!». Un altro poliziotto si fece avanti, e disse: «Anch’io ho avuto un’esperienza simile. In sogno mi è apparsa una figura che non avevo mai visto, indicandomi un certo luogo di Bagdad dove avrei trovato dei gioielli, o qualcosa del genere». L’uomo di Bagdad s’interessò molto al racconto. «E… che tipo di posto era?» «Non ricordo bene, forse all’ingresso della città. Sì, proprio così: la seconda casa dopo la porta maestra. Una molto vecchia, mi sembra». L’uomo di Bagdad era stupefatto. Quell’uomo stava indicando la sua casa! Senza tradire l’emozione, rimase in silenzio. Le guardie non sapevano che fosse di Bagdad e mancarono di notarne la reazione. «Naturalmente, non mi sono preoccupato di cercare il tesoro. Non ho creduto a una sola parola. Nei sogni, dovresti saperlo, non c’è verità» concluse il poliziotto. L’uomo di Bagdad era assorto nei suoi pensieri. Strano che la guardia avesse accennato alla sua abitazione: non poteva essere una coincidenza. Finalmente il derubato arrivò. E si affrettò a discolpare l’uomo ingiustamente accusato. «Tutte le nostre scuse, amico. Ma, come puoi capire, abbiamo fatto il nostro dovere» disse il capoguardia. L’uomo di Bagdad non lo ascoltava. Lasciò il posto di blocco, e fece per avventurarsi in Egitto. Ma, dopo pochi passi, si fermò. “Si,” pensò “è inutile cercare il tesoro di un sogno”. Tornò a Bagdad, e, mentre rincasava, fu colto da uno strano presentimento. Sentì che doveva rimuovere un certo mattone dal muro e… Uno scrigno di monete d’oro gli cadde sulle ginocchia. Era andato in Egitto a cercare ciò che aveva in casa!

O Dio, che nel tuo unico Figlio,
hai stabilito la porta della vita e della salvezza,
per la materna intercessione di Maria,
donaci di perseverare nel tuo amore,
finché raggiungiamo la soglia della patria celeste.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.