Santa Maria porta del cielo

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 

Maria, per la sua maternità, è «porta del cielo»; da lei venne il Salvatore del mondo; è la «splendida porta del cielo ”, attraverso la quale «rifulge a noi Cristo, luce del mondo»; «Vergine Madre», è diventata per noi «porta del paradiso»; mentre ridona «Dio al mondo», ci riapre il cielo.

La ricerca
A Bagdad c’era un uomo molto povero. Viveva di stenti, nella miseria più nera, e non faceva che lamentarsi della sua condizione.
«Signore, aiutami! Dimmi cosa fare! Sai che sono un tuo servo fedele, soltanto un po’ sfortunato. Ho lavorato sodo, ma non sono mai riuscito a guadagnare abbastanza. E ora sto morendo di fame. Ti prego, non mi abbandonare!» La stessa notte, l’uomo fece un sogno. Una voce sconosciuta gli diceva: «Va’ in Egitto, non perdere tempo. Nel luogo tal dei tali c’è un tesoro nascosto. Potrai risolvere tutti i tuoi problemi». Il poveruomo si svegliò, eccitato. Senza esitare, partì subito per l’Egitto. «Sono certo che la voce non mente. Il tesoro esiste, e lo prenderò». Ma, al confine, fu fermato dai poliziotti egiziani, che lo perquisirono minuziosamente. Stavano cercando un ladro e pensavano si trattasse dell’uomo di Bagdad.
Nonostante le sue ripetute rimostranze, i poliziotti lo trattennero.
«Potresti essere la persona che cerchiamo. Dovrai restare a disposizione finché non arriverà il derubato. Se non ti denuncerà come suo assalitore, sarai immediatamente rilasciato». L’uomo di Bagdad fremeva, temendo di perdere il tesoro. Poiché la vittima tardava ad arrivare, le guardie cominciarono a interrogarlo. «Ammettiamo pure che non sei il ladro. Perché sei venuto in Egitto? E qual è il tuo alibi, se ne hai uno?». «Voglio dirvi tutto» rispose l’uomo di Bagdad «tanto so che non mi crederete. D’altra parte, perché mentire? La verità è sempre la cosa migliore. Sono qui perché ho sognato che avrei trovato un tesoro!».«Sì, un tesoro! Sei capitato in un bel guaio, invece. Ma che vuoi dire? Sei venuto in Egitto solo perché vi hai sognato un tesoro?». «Proprio così. Mi sono fidato di una voce sconosciuta che me lo ha sussurrato in sogno. Che ne pensate?». «Che sei un credulone! Fidarsi dei sogni!». Un altro poliziotto si fece avanti, e disse: «Anch’io ho avuto un’esperienza simile. In sogno mi è apparsa una figura che non avevo mai visto, indicandomi un certo luogo di Bagdad dove avrei trovato dei gioielli, o qualcosa del genere». L’uomo di Bagdad s’interessò molto al racconto. «E… che tipo di posto era?» «Non ricordo bene, forse all’ingresso della città. Sì, proprio così: la seconda casa dopo la porta maestra. Una molto vecchia, mi sembra». L’uomo di Bagdad era stupefatto. Quell’uomo stava indicando la sua casa! Senza tradire l’emozione, rimase in silenzio. Le guardie non sapevano che fosse di Bagdad e mancarono di notarne la reazione. «Naturalmente, non mi sono preoccupato di cercare il tesoro. Non ho creduto a una sola parola. Nei sogni, dovresti saperlo, non c’è verità» concluse il poliziotto. L’uomo di Bagdad era assorto nei suoi pensieri. Strano che la guardia avesse accennato alla sua abitazione: non poteva essere una coincidenza. Finalmente il derubato arrivò. E si affrettò a discolpare l’uomo ingiustamente accusato. «Tutte le nostre scuse, amico. Ma, come puoi capire, abbiamo fatto il nostro dovere» disse il capoguardia. L’uomo di Bagdad non lo ascoltava. Lasciò il posto di blocco, e fece per avventurarsi in Egitto. Ma, dopo pochi passi, si fermò. “Si,” pensò “è inutile cercare il tesoro di un sogno”. Tornò a Bagdad, e, mentre rincasava, fu colto da uno strano presentimento. Sentì che doveva rimuovere un certo mattone dal muro e… Uno scrigno di monete d’oro gli cadde sulle ginocchia. Era andato in Egitto a cercare ciò che aveva in casa!

O Dio, che nel tuo unico Figlio,
hai stabilito la porta della vita e della salvezza,
per la materna intercessione di Maria,
donaci di perseverare nel tuo amore,
finché raggiungiamo la soglia della patria celeste.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine Madre della Santa Speranza

Dalla Lettera di S.Paolo Apostolo ai RomaniNoi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata  e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium, n.68, afferma che la beata Vergine «brilla ora sulla terra innanzi al peregrinante popolo di Dio, quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore» (cfr 2Pt 3,10). La Chiesa considerando la funzione della beata Vergine nella storia della salvezza, spesso la invoca “speranza nostra” e «madre della speranza»: si rallegra per la natività della beata Vergine Maria «che è stata speranza e aurora di salvezza per il mondo intero»; meditando sulla sua maternità salvifica canta supplice: «Ave, speranza nostra, in te vinta è la morte, la schiavitù è redenta, ridonata la pace, aperto il paradiso»; nel mistero della gloriosa Assunzione della Madre di Dio scorge come la speranza sicura della salvezza, che risplende dinanzi a tutti i fedeli attraverso le asprezze della vita. Con questo titolo, la Madre di Cristo è venerata: – perché alimentò continuamente la virtù della speranza nel corso della sua vita terrena; «ripose ogni fiducia» nel Signore e «attese nella speranza e generò nella fede il Figlio dell’uomo, annunziato dai profeti»; – perché, assunta in cielo, è divenuta «la speranza dei fedeli»; è l’«aiuto dei disperati» e assiste, ristora e consola tutti coloro che ricorrono a lei; – perché risplende dinanzi a tutti i figli di Adamo come «segno di sicura speranza e consolazione», «finché splenda glorioso il giorno del Signore».

Le apparenze ingannano
Due angeli viaggiatori si fermarono per passare la notte nella casa di una ricca famiglia…
Era una famiglia di persone molto avare che si rifiutarono di far dormire i due angeli nella camera degli ospiti.
Infatti concessero agli angeli solo un piccolo spazio fuori, sul duro e freddo pavimento del pergolato davanti alla casa.
Mentre si preparavano come potevano un giaciglio per terra, il più vecchio degli angeli vide un buco nel muro e lo riparò.
Quando l’angelo giovane gli chiese perché lui rispose soltanto: “Le cose non sono sempre quello che sembrano”.
La notte dopo…La coppia di angeli cercò riparo nella casa di una poverissima, ma molto ospitale, famiglia, dove furono accolti da un contadino e sua moglie. Dopo aver condiviso con gli angeli il poco cibo che avevano, i contadini cedettero loro anche i propri letti, dove finalmente i viaggiatori ebbero la possibilità di riposare comodamente. Al sorgere del sole, la mattina dopo, gli angeli trovarono l’uomo e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, la sola loro fonte di sostentamento, giaceva morta nel campo. Il giovane angelo ne fu infuriato e chiese al più vecchio come avesse potuto lasciare accadere una cosa del genere: “Al primo uomo, che pure aveva tutto, hai fatto un favore”, lo accusò, “Questa famiglia così indigente ha condiviso con noi il poco che aveva, e tu hai lasciato che la mucca morisse!”… “Le cose non sono sempre quello che sembrano” replicò l’angelo: “Quando eravamo nel cortile della villa ho notato dell’oro nascosto nel muro, che si poteva scoprire a causa di quel piccolo buco. Siccome quell’uomo era così avaro e ossessionato dal denaro io ho riparato quel buco, così non troveranno mai quella ricchezza.” “Poi la notte scorsa quando dormimmo nel letto del contadino, l’angelo della morte si presentò per sua moglie. Io, invece di lei, gli ho dato la mucca. Le cose non sono sempre quello che sembrano”.

O Dio, che ci dai la gioia di venerare la Vergine Maria,
madre della santa speranza,
concedi a noi, con il suo aiuto,
di elevare fino alle realtà celesti gli orizzonti della speranza,
perché impegnandoci all’edificazione della città terrena,
possiamo giungere alla gioia perfetta,
mèta del nostro pellegrinaggio nella fede.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine Madre di Riconciliazione

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Fratelli, se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

Nel corso dei secoli la Chiesa, in modo sempre più chiaro teologicamente e dottrinalmente, ha riconosciuto il ruolo della beata Vergine Maria nella riconciliazione con Dio. A tale dottrina è mirabilmente conforme il magistero dei Pontefici del nostro tempo: «a motivo della sua maternità divina la beata Vergine e divenuta socia di Dio – insegna il Beato Giovanni Paolo II – nella stessa opera della riconciliazione». Perciò i fedeli ricorrono fiduciosi alla intercessione della beata Vergine per ottenere la «grazia della riconciliazione» e, almeno a partire dal XII secolo, piamente la, venerano con il titolo di «Rifugio dei peccatori», che esalta la misericordia del Signore che «si estende a tutte le sue creature» e venera il cuore della beata Vergine «pieno di misericordia verso i peccatori».

La scatola dei baci
La storia ha inizio tempo fa, quando un uomo punisce sua figlia di 5 anni… per la perdita di un oggetto di valore, ed il denaro in quel periodo era poco. Era il periodo di Natale, la mattina successiva alla punizione la bambina portò un regalo al padre dicendogli: “Papà, è per te”.
Il padre era visibilmente imbarazzato, ma la sua arrabbiatura aumentò quando, aprendo la scatola, vide che dentro non c’era nulla.
Disse in modo brusco: “Non lo sai che quando si fa un regalo, si presuppone che nella scatola ci sia qualcosa?”.
La bimba lo guardò dal basso verso l’alto e con le lacrime agli occhi disse: “Papà,…non è vuoto. Ho messo dentro tanti baci fino a riempirlo”.
Il padre si sentì annientato. Si inginocchiò mise le braccia al collo della sua bimba e le chiese perdono.
Passò del tempo e una disgrazia portò via la bambina. Per tutto il resto della sua vita, il padre tenne sempre la scatola vicino al suo letto e, quando si sentiva scoraggiato o in difficoltà, apriva la scatola e tirava fuori 1 bacio immaginario ricordando l’amore che la bambina ci aveva messo dentro.

O Dio, che nel sangue prezioso del tuo Figlio
hai riconciliato a te il mondo,
e ai piedi della croce
hai costituito la Vergine Maria
riconciliatrice dei peccatori,
per i suoi meriti e le sue preghiere,
concedi a noi il perdono delle colpe
e una rinnovata esperienza del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria discepola del Signore

Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». (Mt 12,46-50)

La beata Vergine che per singolare dono di Dio meritò di essere la madre di Cristo, molto giustamente fu anche la sua «prima e più perfetta (…) discepola» (MC 35). Questo titolo mariano mette in luce l’importanza della «parola di Dio» o della «parola di salvezza» nella vita dei discepoli; per essi implora la divina sapienza; loda la legge immacolata del Signore e i suoi giusti giudizi; pone davanti agli occhi dei fedeli il cuore della Vergine che custodisce le parole del Signore perché se ne segua l’esempio. Tra i testi eucologici è particolarmente significativo il brano del Vangelo in cui risuona la voce di Cristo il quale, alla donna che tra la folla eleva la sua lode – «Beato il ventre che ti ha portato e il seno che da cui hai preso il latte!» – risponde: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,27-28). Commentando questo brano del Vangelo sant’Agostino dice: «Maria santissima certamente ha fatto la volontà del Padre, e per lei è cosa più grande e più gioiosa essere stata discepola di Cristo che essere stata sua madre».

Il villaggio della felicità.
Tre individui partono per raggiungere il villaggio della felicità.
A metà cammino trovano la strada sbarrata da un altissimo muro di granito: impossibile aggirarlo, da entrambe le parti c’è il precipizio.
Il primo individuo si abbatte scoraggiato, piange lacrime disperate e si arrende, in un mare di lamenti, all’ingiustizia del suo destino.
Il secondo individuo accetta la situazione affrontandola. Si rende conto di non poter scavalcare il muro, inutile lamentarsi. Pianta invece delle bougainville e osserva la loro crescita. Gioisce nel vederle spuntare, germogliare; il muro diventa il loro sostegno e lentamente esse lo ricoprono. Materialmente il muro esiste ancora, ma non ha più presa negativa sulla psiche del secondo individuo, il quale, malgrado l’ostacolo, raggiunge la felicità nel più profondo di se stesso.
Il terzo, tipo sportivo ed intraprendente, tesse una corda di liana, si costruisce un gancio e con un lancio da pescatore l’aggancia alla cima del muro, si tira su e ridiscende dall’altra parte.
In ciascuno dei tre viandanti il muro ha provocato una reazione diversa, il muro non era né buono né cattivo, era semplicemente un muro – una sfida – e ciascuno dei tre ha reagito secondo la propria indole, positivamente o negativamente. Oggetti, circostanze e fatti hanno l’importanza che noi gli diamo. L’ostacolo è una creazione mentale e, cosi come l’abbiamo creato, lo possiamo distruggere.
Ci sono due metodi: quello di volerlo distruggere fisicamente, annientarlo, e quello di volerlo vincere mentalmente, interiormente.
Nel primo caso, appena vittoriosi, ci troviamo già dinnanzi al prossimo ostacolo. Nel secondo caso, avendo vinto la nostra battaglia interiore, non ci saranno altri ostacoli, solo sfide, dure e difficili forse, ma meravigliose e inebrianti, come lo è l’ardua scalata di una parete rocciosa.

Signore nostro Dio,
che hai fatto della Vergine Maria
il modello di chi accoglie la tua Parola
e la mette in pratica,
apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto,
e con la forza del tuo Spirito
fa’ che noi pure diventiamo luogo santo
in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine tempio del Signore

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo. Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Sotto l’immagine del «tempio» si celebra la maternità divina della beata Vergine Maria e la santità della sua vita. Maria santissima è chiamata «santuario» «preparato con arte ineffabile» da Dio per il Figlio suo singolare «tempio della gloria» di Dio, per «l’obbedienza della fede (…) nel mistero dell’incarnazione ». Altre immagini tratte dalla sacra Scrittura, il cui significato è pressoché identico a quello del «tempio» sono interpretate come figure della beata Vergine: dimora, nella quale abita Dio e che non potrà vacillare; casa del Signore, che Dio ha riempito con la sua presenza; casa d’oro, «adornata dei doni dello Spirito»; aula regale, «illuminata dal sole di giustizia», in cui abita il Re dei re; «città santa, allietata da fiumi di grazia»; «arca dell’alleanza, che porta, l’autore della nuova legge».

Era tutto risolto
Il prete del villaggio era un santo, tanto che tutte le volte che aveva bisogno di aiuto, la gente si rivolgeva a lui. Allora egli si ritirava in un angolo segreto della foresta e formulava una preghiera speciale. Dio non mancava mai di esaudire la sua supplica e tutto era risolto.
Dopo la sua morte, la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore, il quale non era un santo, ma conosceva sia l’angolo segreto della foresta, sia la preghiera speciale. Egli diceva così: “Signore, tu sai che non sono un santo, ma questo non ti impedirà di aiutare la mia gente, vero? Ascolta la mia supplica e vieni in nostro aiuto”. E ogni volta Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto.
Quando anch’egli morì, se la gente aveva bisogno di aiuto si rivolgeva al suo successore, il quale conosceva la preghiera speciale, ma non l’angolo segreto della foresta. Queste erano le sue parole: “Che importanza ha per te un luogo piuttosto che un altro, Signore? Non è forse la tua presenza che rende santo ogni luogo? Ascolta dunque la mia supplica e vieni in nostro aiuto”. E ogni volta Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto.
Anche costui morì e la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore, il quale non conosceva, né la preghiera speciale, né l’angolo segreto della foresta e diceva: “Non è la formula che conta, Signore, ma il grido di dolore di chi soffre. Ascolta quindi la mia supplica e vieni in nostro aiuto”. E anche allora Dio esaudiva la preghiera e tutto era risolto.
Dopo la sua morte la gente, quando aveva bisogno di aiuto, ricorreva al suo successore. Questo prete aveva più dimestichezza con il denaro che con la preghiera e quindi diceva a Dio: “Che razza di Dio sei tu se, pur essendo perfettamente capace di risolvere i problemi che tu stesso hai provocato, ti ostini a non alzare un dito finche’ non ci vedi piangere e strepitare? Ebbene, comportati con la gente come ti pare”. E subito tornava alle sue faccende. Anche in quel caso Dio esaudiva la sua preghiera e tutto era risolto. (Anthony De Mello)

O Dio, che nel grembo verginale di Maria
hai preparato con arte ineffabile
il santuario del Cristo tuo Figlio,
fa’ che custodendo integra la grazia del Battesimo,
diventiamo tuoi adoratori in spirito e verità,
per essere edificati in tempio vivo della tua gloria.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria causa della nostra gioia

Dal Vangelo di Giovanni In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati». (Gv 15, 9-12)

Chiesa sposa ha sempre posto la sua gioia nel Cristo sposo e nell’amore accolto e ricambiato sperimenta di giorno in giorno una gioia sempre più piena. E poiché Gesù e venuto a noi per mezzo di Maria, la Chiesa a poco a poco ha compreso che la beata Vergine, in forza detta sua collaborazione all’incarnazione del Verbo, è causa, origine, sorgente della gioia messianica. La Chiesa riconosce che il dolore, introdotto dalla disobbedienza di Eva, e mutato in gioia dall’obbedienza di Maria. Pertanto la venera col titolo di «causa della nostra gioia». Il culto della beata Vergine Maria sotto questo titolo celebra gli eventi della salvezza operati da Dio per Cristo nello Spirito Santo, eventi che o alla beata Vergine Maria o alla Chiesa o al genere umano hanno arrecato gioia.

Una vecchia storiella
«Nell’antica Russia, in uno scompartimento di treno, si trovarono casualmente a viaggiare insieme un vecchio ebreo e un soldato russo. Il viaggio era lungo e dopo qualche centinaio di chilometri il vecchio trasse fuori un cartoccio con dentro tre pesci e consumò il suo magro pranzo. Ma non buttò via le teste. Anzi, le riavvolse con cura e le ripose nella valigia. Il soldato lo guardava con un misto di disprezzo e curiosità.
Dopo una decina di minuti il soldato chiese: “Dimmi un po’ vecchio, come mai voi giudei siete così intelligenti?”. Gli occhi del vecchio brillarono, ma si schermì. Dopo qualche minuto di silenzio però rispose: “Beh, una ragione c’è, ma non potrei dirtela, visto che si tratta di un segreto che custodiamo gelosamente. Ma tu sei un giovane simpatico. Perciò te lo dico. Noi ebrei siamo intelligenti perché mangiamo le teste di pesce”.
Il soldato lo guardò tra l’incredulo e lo speranzoso, ma non disse nulla. Dopo un altro silenzio, inframmezzato dallo sferragliare del treno, il soldato disse: “Ehi, vecchio, ho visto che hai messo via tre teste di pesce: non me le venderesti?”. L’ebreo si fece pregare un pò, ma alla fine la transazione fu fatta. E il soldato entrò in possesso delle teste di pesce per tre rubli.
Dopodiché, vincendo il disgusto, se le mangiò una dietro l’altra. Poi s’attaccò a una bottiglia di vodka per digerirle e purificare la bocca dal saporaccio. Dopo qualche istante, ancora deglutendo disgustato, il soldato si rivolse al vecchio: “Maledetto giudeo, ti ho pagato tre rubli tre teste di pesce quando tutti e tre i pesci interi costeranno sì e no trenta copechi”. “Vedi che funziona?” rispose il vecchio».

O Dio, che nell’incarnazione del tuo Figlio
hai allietato il mondo intero,
concedi a noi che veneriamo Maria,
causa della nostra letizia,
di camminare costantemente nella via dei tuoi precetti
e di tenere fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Madre del Bell’Amore

Dal Libro del SiracideIo, come vite, produco germogli di grazia, e i miei fiori danno frutti di gloria e di rettitudine. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù.

Nella Vergine Maria che è «tutta bella» e «senza macchia», si trovano, portate a perfezione, le egregie virtù delle donne dell’Antico Testamento: la bellezza e l’amore della Sposa, del Cantico dei Cantici; la bellezza e la saggezza di Giuditta; lo splendore e la grazia della Regina, sposa del Re messianico. La «via della bellezza» è il cammino della perfezione cristiana; i fedeli che la percorrono «insieme con Maria» sono aiutati «a progredire nella, via del santo amore» e si rivolgono a Dio, «perché ripudiando la turpitudine del peccato (si innamorino) della bellezza incorruttibile».

Soluzioni possibili
Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito.
“Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”.
Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste sono le tue sofferenze”.
Tutta l’acqua del bicchiere si intorbidì e s’insudiciò. Il maestro la buttò via.
Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente come prima.
“Vedi?” spiegò il maestro “ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare”.
Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite. Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio. Non la stupida spavalderia, la temerarietà incosciente, ma il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente: “Da qualche parte certamente c’è una soluzione e io la troverò”.

Guarda, o Padre,
all’umile tua serva, la Vergine Maria,
che sta davanti a te rivestita della gloria del tuo Figlio
e adornata di ogni virtù e dono dello Spirito;
per sua intercessione, concedi a noi
di seguire ciò che è vero e giusto ai tuoi occhi,
per giungere alla fonte
dell’eterna bellezza e del santo amore.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

Maria Madre del Buon Consiglio

Dal Vangelo di GiovanniIn quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».

La beata Vergine è giustamente onorata sotto il titolo di «madre del buon consiglio»: ella è la madre di Cristo, che Isaia profeticamente chiamò «Consigliere mirabile»; visse tutta la sua vita sotto la guida dello «Spirito del consiglio», che la «avvolse»; «aderì intimamente all’eterno Consiglio di ricapitolare in Cristo tutte le cose» venne da Dio colmata dei doni dello Spirito Santo, fra i quali emerge «lo spirito della sapienza». La beata Vergine viene celebrata come madre e maestra che, arricchita del dono del consiglio, con animo colmo di gratitudine annunzia ciò che dice la Sapienza stessa: «A me appartiene il consiglio e la saggezza, mia e la prudenza, mia la fortezza»; e questi doni ella volentieri li elargisce ai suoi figli e discepoli, esortandoli a compiere anzitutto ciò che Cristo ha detto loro di fare.

Amore, ricchezza e successo.
Rientrando a casa, una donna vide tre uomini dalle lunghe barbe bianche seduti nel cortile. Disse loro: “Non ci conosciamo, ma avete l’aria affamata: entrate, che vi offro qualcosa da mangiare.”
“Tuo marito è in casa?”, le domandarono.
“No. È uscito.”
“Allora non possiamo entrare.”
Quella sera, rincasato suo marito, la donna gli spiegò cos’era successo. Lui le rispose:
“Beh, adesso sono qua: va’ da loro, digli che son tornato, e falli entrare.”
“Non entriamo tutti nella stessa casa”, rispose l’uomo a sinistra.
“Perché?”, domandò la donna.
L’uomo in mezzo, indicando i suoi due compagni, spiegò: “Il suo nome è Ricchezza, e il suo è Successo. Io sono Amore.”, poi aggiunse: “Adesso rientra in casa, e decidi con tuo marito chi di noi desideri in casa tua.”
La donna entrò e ripeté a suo marito ciò che le era stato detto. Lui era entusiasta: “Che bello! Be’, visto che le cose stanno così, invitiamo Ricchezza, e che riempia la nostra casa di ricchezza!”
Sua moglie non era d’accordo: “Ma, caro, perché non invitiamo Successo?”
La loro bambina, che aveva ascoltato tutto da un’altra stanza, li raggiunse proponendo invece di invitare Amore: “Così la nostra casa sarà piena d’amore.”
I genitori si sorrisero, e decisero di darle ascolto. Così la donna uscì, e domandò: “Chi di voi è Amore? Vieni, entra, e sii nostro ospite.”
Amore si alzò e cominciò a camminare verso la casa. A quel punto anche gli altri due si alzarono, e lo seguirono.
Esterrefatta, la donna domandò loro: “Io ho invitato Amore: come mai venite anche voi?”
I due vecchi risposero all’unisono: “Se tu avessi invitato Ricchezza o Successo, gli altri due sarebbero rimasti fuori. Ma visto che hai invitato Amore, ovunque lui vada noi lo seguiamo: dove c’è Amore, c’è sempre sia Ricchezza che Successo.” (Anonimo).

Signore, tu sai quanto timidi e incerti
sono i pensieri dei mortali;
per intercessione di Maria,
madre del buon consiglio,
nel cui grembo verginale il Verbo si è fatto uomo,
concedi a noi il tuo Spirito,
perché ci faccia conoscere ciò che piace a te
e ci guidi nei travagli della vita.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Regina della Pace

Dal libro del profeta IsaiaPoiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

Oggi ricordiamo l’apparizione, il 13 maggio 1917, della Madonna ai tre pastorelli a Fatima e celebriamo la memoria della Madonna di Fatima, Regina della Pace. Ci sembra anche opportuno ricordare che il papa Benedetto XV nel 1917, durante la prima terribile conflagrazione mondiale, volle che si inserisse nelle Litanie Lauretane l’invocazione alla «Regina della Pace». Per il vincolo che la unisce intimamente al mistero del suo Figlio, «Principe della pace», la Vergine è sempre più venerata come «regina della pace». Con questo titolo si ricorda la cooperazione della Vergine alla riconciliazione, alla «pace» tra Dio e gli uomini ristabilita da Cristo: – nel mistero dell’incarnazione: l’umile serva del Signore «accogliendo l’annunzio dell’angelo Gabriele, concepì nel grembo verginale Gesù Cristo nostro Signore (…) principe della pace» , il quale ci ridonò questo bene riconciliando «in sé la terra e il cielo»; – nel mistero della passione: «Madre piena di fede stette intrepida presso la croce dove il Figlio, per la nostra salvezza, pacificò nel suo sangue il cielo e la terra».

Ho pranzato con Dio
Un bambino desiderava incontrare Dio. Sapeva che c’era tanta strada da fare, per incontrarlo, così riempì lo zainetto con merendine e aranciata e cominciò il suo viaggio. Dopo circa tre isolati, s’imbatté in una vecchia, che se ne stava lì al parco, seduta su una panchina a fissare i piccioni. Il bambino le si sedette accanto ed aprì lo zainetto per prendersi qualcosa da bere, quando notò che la vecchia sembrava affamata, così le offrì una merendina.
Lei l’accettò e gli sorrise con gratitudine. Il suo sorriso era così bello che il bambino lo voleva vedere ancora, così le offrì un’aranciata. La vecchia gli sorrise di nuovo, e il bambino ne era entusiasta!
Se ne restarono lì seduti per tutto il pomeriggio, a mangiare e sorridere, ma senza mai scambiarsi una sola parola. Poi si fece buio, e il bambino si rese conto di essere molto stanco, così si alzò per andarsene ma, dopo appena pochi passi, si voltò, corse verso la vecchia, e l’abbraccio forte-forte.
Lei lo ricambiò con il più grande sorriso che si sia mai visto.
Poco dopo, quando il bambino aprì la porta di casa sua, sua madre era stupita, tanta era la gioia che gli si poteva leggere in volto. Gli domandò: “Cos’hai fatto, oggi, che t’ha reso così felice?” Il bambino rispose: “Ho pranzato con Dio”. Poi, prima ancora che sua madre potesse rispondere, aggiunse: “Sai una cosa? Dio ha il più bel sorriso che abbia mai visto!”
Nel frattempo, la vecchia, pure lei raggiante di gioia, fece ritorno a casa sua. Suo figlio era sbalordito, nel vederla così in pace, e le domandò: “Mamma, cosa hai fatto oggi che ti ha resa così felice?” e lei rispose: “Ho mangiato merendine al parco con Dio.”. Poi, senza lasciare al figlio il tempo di rispondere, aggiunse: “Sai una cosa? Dio è molto più giovane di quel che mi aspettassi.”
Troppo spesso sottovalutiamo l’importanza di un tocco, di un sorriso, di una parola gentile, di un orecchio che ci presta ascolto; l’importanza anche del più piccolo gesto che dimostra affetto; tutte cose, queste, che potrebbero cambiarci la vita. Le persone arrivano nella nostra vita per una ragione, per una stagione, o per tutta la vita. Abbracciamole tutte! Ricorda: faglielo sempre sapere, alle persone che ti hanno toccato il Cuore, quanto sono importanti! (Anonimo).

Donaci, o Padre, lo Spirito del tuo amore,
perché insieme con la Vergine Maria
diventiamo costruttori della pace,
che Gesù ci ha lasciato come segno
della sua presenza in mezzo a noi.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

Maria Vergine sede della Sapienza

Dal Libro del SiracideAvvicinatevi tutti a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti. Poiché il mio insegnamento è più dolce del miele e il possedermi è più dolce del favo di miele Il mio ricordo durerà di generazione in generazione. Quanti si nutrono di me, avranno ancora fame; e quanti da me si dissetano, avranno ancora sete. Chi mi ascolta, non sarà deluso; e chi compie le mie opere, non peccherà. Chi mi rende onore, avrà la vita eterna.

Con il titolo «Sede della Sapienza» viene significata la funzione materna della beata Vergine Maria, la sua dignità regale, nonché la sua straordinaria sapienza e prudenza nelle cose che riguardano Dio: – la funzione materna: in virtù del mistero dell’Incarnazione, nel purissimo grembo della Vergine madre risiede la Sapienza del Padre; – la dignità regale: in quanto il Bambino che siede sulle ginocchia della Madre e il Re messianico, colui che «sarà chiamato Figlio dell’Altissimo», al quale «il Signore Dio darà il trono di Davide suo padre, (che) regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe. Il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32-33; cfr Is 9, 6-7); il Re al quale da lontano vennero i sapienti, che lo trovarono con Maria e lo adorarono, offrendogli doni regali (cfr Mt 2,1-12); – la sapienza e la prudenza: Maria santissima nel Vangelo appare come la «Vergine sapiente» che ha scelto la parte migliore (cfr Le 10, 42), e la «Maestra di verità», che trasmette alla Chiesa gli avvenimenti e le parole di salvezza serbate nel suo cuore (cfr Lc 2,19.51).

Sii te stesso
C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “Guardate quel ragazzo quanto è maleducato…lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”. Allora la moglie disse a suo marito: “Non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio.” Il marito lo fece scendere e salì sull’asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: “Guardate che svergognato quel tipo…lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa.” Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava: “Pover’uomo! dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino. E povero figlio, chissà cosa gli tocca, con una madre del genere! “Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutt’e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: “Sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta. Gli spaccheranno la schiena!”
Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino. Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: “Guarda quei tre idioti; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!”
Conclusione: ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore… ciò che vuoi… una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama… e vivi intensamente ogni momento della tua vita… prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi (Charlie Chaplin)

Padre della luce,
che per risollevare in Cristo l’umanità decaduta
hai eletto la Vergine Maria come sede della Sapienza,
donaci con il suo materno aiuto
una coscienza profonda dei nostri limiti,
per non lasciarci travolgere dall’orgoglio
e servirti con l’umiltà che a te piace.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.